3 novembre 2015 @SOMS Società Operaia Mutuo Soccorso Corridonia
LE CIT.
Stare in Rete non ha nulla a che fare con l’età. Normalmente parliamo di nativi digitali immaginando una nuova generazione omogenea di giovani che ha comportamenti in Rete simili in tutto il mondo. Ragazzi che si muovono con agilità fra social network e blog, fra programmi online che gli permettono di produrre contenuti e piattaforme di condivisione che consentono di distribuirli, rendendoli protagonisti della comunicazione via Web. Di contro immaginiamo un conflitto generazionale di questi “barbari” con chi, invece, arranca nella Rete, vittima di un digital divide costituito principalmente dall’età e dall’appartenenza a una cultura comunicativa che presupponiamo così profondamente diversa. Le cose sono più complesse di così e la distinzione tra nativi della Rete e migranti con scarsa capacità di comprensione è spesso inadeguata. Abbiamo nativi per età anagrafica che non hanno mai acceso un PC, così come supposti migranti ultrasessantenni che usano con disinvoltura quotidiana chat e social network, che si informano online e fanno acquisti su eBay. Quindi non è un problema (solo) di età, ma di distanza culturale. Una distanza che si è creata con l’uso quotidiano delle nuove tecnologie, che hanno riconfigurato il nostro modo di stare nella realtà. Un cambiamento che forse cogliamo appena nel presente, magari solo attraverso i segnali di un imbarbarirsi dello stare in società, ma che avrà di certo un impatto per la generazione dei nostri figli e dei figli dei nostri figli. Giovanni Boccia Artieri.
LE LETTURE (e le VISIONI)
“Facebook per genitori” [E-book] Giovanni Boccia Artieri
“You have 0 friends – Su South Park, Facebook, “topi” e amicizie da collezione”. Francesco Spè
“Il virtuale ha assorbito il reale”, Jean Baudrillard